“L’ennesimo incendio nel ghetto di Torretta Antonacci, l’ennesimo decesso tra le fiamme di un migrante – questa volta un lavoratore del Gambia di 35 anni – nelle campagne della Capitanata ci ricordano in modo terrificante che l’emergenza baraccopoli sul territorio continua ad essere una ferita ancora aperta e sanguinante.
Il dolore per questa vita spezzata impone alla politica azioni concrete e rapide che cancellino la vergogna rappresentata dai tanti luoghi in cui la povertà si mescola con l’illegalità e, purtroppo, con la morte.
Le risorse stanziate attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza devono produrre risultati. Gli obiettivi tante volte illustrati e intorno ai quali si discute da anni non possono rimanere buone intenzioni.
Le istituzioni che hanno competenze e finanziamenti operino con urgenza, superando i ritardi che – complice anche l’emergenza pandemica – hanno finora impedito di affrontare con risolutezza questo dramma.
Integrazione, affermazione della legalità e salvaguardia della dignità e della vita di chi lavora, soprattutto al servizio del nostro sistema agricolo, sono urgenze rispetto alle quali non è più possibile indugiare ancora”.
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