L’ACF incontra la Scuola sui temi strategici di sviluppo territoriale
La devianza minorile uno dei primi temi da affrontare
Se n’è discusso a Palazzo Dogana il 29 novembre.
A presiedere il tavolo di riflessione strategica il presidente di ACF, Gaetano Cusenza e la consigliera provinciale Angela Lombardi.
A Palazzo Dogana l’Associazione dei Comuni Foggiani, ha invitato l’Ufficio scolastico provinciale, i dirigenti Scolastici che hanno sottoscritto il Protocollo d‘Intesa ACF-Scuole e gli Amministratori locali. All’incontro è intervenuta anche l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Foggia, Claudia Liola.
Il primo obiettivo della riunione è stato quello di annunciare alle Scuole della provincia di Foggia che, dopo i ricambi avvenuti nelle Amministrazioni locali (Provincia e Comuni), a seguito delle elezioni amministrative di primavera e l’assestamento delle nuove Giunte, anche la presidenza di ACF è cambiata. La Provincia ha ceduto il ruolo di capofila di ACF al Comune di San Giovanni Rotondo e il sindaco Michele Crisetti ha delegato il dott. Gaetano Cusenza a svolgere il ruolo di Presidente.
Il secondo obiettivo della riunione è stato quello di condividere con il mondo della Scuola le ipotesi strategiche su cui l’ACF conta di muoversi dopo la riunione del suo organo di coordinamento strategico (il Comitato Guida) riunitosi a San Giovanni Rotondo il 24 di ottobre, in occasione del programma di Summer school sui “Cammini” che si svolgeva in loco.
Il Presidente Cusenza ha introdotto i temi della riunione sulle iniziative di ACF dopo la pausa del dopo elezioni.
Nel suo intervento la consigliera Angela Lombardi ha ripreso e sottolineato alcuni obiettivi che gli Amministratori di ACF contano di perseguire:
1. Sviluppare nuovi Cammini dopo lo sforzo compiuto sulla Francigena del Sud, oramai approvata dal Consiglio d’Europa il 18 di ottobre. Si conta di affrontare ora i Cammini religiosi e i tratturi.
2. Occuparsi della devianza giovanile e della accresciuta delinquenza locale.
3. Far crescere la comune responsabilità nella salvaguardia dell’ambiente e nella gestione dei rifiuti.
4. Sviluppare la cittadinanza attiva e far crescere la coscienza europeista.
All’incontro Il sindaco di San Marco in Lamis e l’ Assessore Meriligia Nardella hanno proposto di invitare il dott. Giuseppe Centomani del Ministero della Giustizia minorile di Bari che ha delegato a rappresentarlo il dott. Giuseppe Tucci che è il coordinatore della sede di Foggia. I due Amministratori di San Marco in Lamis non hanno poi potuto partecipare alla riunione per un lutto familiare.
L’intervento di Tucci si è concentrato sul secondo punto, anche se le considerazioni che ha espresso hanno una ricaduta su tutti e quattro gli argomenti.
La sintesi del suo ragionamento è stato questo: “i giovani comunicano oggi in modo diverso, i genitori non comprendono i nuovi linguaggi, non se ne curano adeguatamente e amorevolmente, ma neanche danno più loro regole di vita e di vivere civile. I giovani cercano sfoghi di altro genere e sfidano i limiti, compresi quelli della vita, rifugiandosi negli stupefacenti e nelle smargiassate contro gli altri e contro i beni pubblici. Presi in flagrante e assicurati alla Giustizia apprendono finalmente il senso dei vincoli e se esposti ad esperienze di assistenza sociale comprendono anche cosa è la realtà e possono riprendersi anche se oramai la loro reputazione è macchiata e riduce la propria possibilità di impiego.”
Questo ragionamento è stato ripreso dagli altri componenti del tavolo. L’assessore di Foggia Liola ha fatto esempi di buone pratiche svolte da alcune scuole che hanno collaborato con le parrocchie per trasformare “le sospensioni” in servizio civile. Cusenza ha ricordato l’esperienza positiva del Comitato dei genitori. Il dirigente scolastico del Turistico di San Giovanni Rotondo, il prof. Luigi Talienti, ha sottolineato che ci sono casi invece positivi come il suo Istituto nel quale i giovani chiedono essi stessi di fare del volontariato nel sociale.
Il dott. Tucci ha però svelato che alcuni genitori, invece di interrogarsi sulle proprie carenze educative ed affettive, tendono a suggerire modalità d’intervento altrui: la polizia, i presidi, la Giustizia. Inoltre la spesa sociale del collocamento in comunità di giovani deviati risulta elevatissima, mentre bisognerebbe mettere mano alle leggi sul sociale ormai obsolete e strutturare i presidi locali.
Alla fine tutti hanno condiviso che bisogna superare l’approccio contingente, legato spesso ad un finanziamento temporaneo, e funzionale (cioè ognuno cerca di fare qualcosa a partire dalla sua funzione senza coordinarsi con gli altri) per sposare invece un approccio di “Sistema” in cui tutte i ruoli, istituzionali e non, riuniti intorno ad una dimensione “territoriale”, attivino un “processo” di medio-lungo periodo in cui si possa far avanzare quella progettualità concreta che porti a risultati positivi progressivamente crescenti.
Il presidente Cusenza e la consigliera Lombardi, hanno concluso che questi sono proprio gli obiettivi perseguibili mettendo in campo l’ACF. La Convenzione istitutiva dell’Associazione ha infatti previsto di servirsi dell’Organizzazione Territoriale come modello organizzativo per tenere assieme tutte le componenti della società presenti a livello locale e cita, come modello d’intervento, quello della “progettazione partecipata” che porta a risultati concreti e condivisi, ma funge anche da potente strumento educativo e formativo.
“Forse”, hanno concluso, “si può partire per aree territoriali omogenee dove il dialogo tra Comuni è più consolidato, come nel caso di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Monte sant’Angelo”. Si è però anche considerata la opportunità di intervenire al Sud ( Cerignola e dintorni) considerato che alcune scuole sono firmatarie del Protocollo ACF-Scuole.
Renato Di Gregorio, responsabile della Segreteria ACF, a questo punto, ha ricordato che questa scelta sarebbe avvalorata dal fatto che la Convenzione ACF prevede la strutturazione, sui territori, di Laboratori stabili di marketing territoriale aperti ai giovani, proprio perché essi si confrontino con le esigenze reali del contesto e apprendano che la responsabilità della qualità della vita sul territorio dipende anche da loro.
Il prof. Italo Scrocchia dell’Ufficio scolastico provinciale, ha proposto a questo punto di fare delle riunioni con sindaci e dirigenti scolastici per aree territoriali omogenee, così da contestualizzare i problemi che potrebbero presentarsi in modo alquanto diverso e pertanto meriterebbero soluzioni diverse. Ne ha individuate cinque: Nord Est, Nord Ovest, Ovest, Centro e Sud. Probabilmente questa operazione comincerà a Febbraio quando i dirigenti scolastici avranno un po’ più di tempo per analizzare più approfonditamente i fenomeni della devianza giovanile e trovare, insieme agli altri soggetti locali, le modalità per farvi fronte. “La raccolta delle buone pratiche è comunque essenziale”.
La riunione si è conclusa con altre due firme sul protocollo ACF-Scuola, quello dell’ I.P.E.O.A. di San Giovanni Rotondo e quello dell’Istituto “Dante Alighieri” di Cerignola.
