San Paolo di Civitate sorge su una collina da cui è possibile scorgere sia il Gargano che le prime alture preappenniniche. Il Fortore, il secondo fiume più importante della regione, e altri torrenti minori, solcano il territorio comunale rendendo le terre di quest’area particolarmente fertili.
Le sue origini vengono fatte risalire al primo millennio a.C., al tempo della presenza dei Dauni, a cui si deve la denominazione di Tiati. In seguito, i Romani la chiamarono Teanum Apulum prima che l'imperatore Traiano la ribattezzasse Civitate. Le vicende storiche di San Paolo di Civitate non si fermano certo a quel tempo. I Bizantini ne fecero una sede vescovile e sotto i Normanni dovette subire devastazioni e saccheggi. Dopo il dominio degli Aragonesi la cittadina passò sotto il feudo dei Carafa e nel 1571 i saraceni la distrussero totalmente. Dopo questo tragico epilogo, si rese necessario il trasferimento degli abitanti in un luogo più adeguato. Fu così che questi ultimi scelsero di popolare il vicino casale sorto nei pressi della Chiesa di San Paolo.Inizialmente il luogo venne chiamato San Paolo dei Greci (anche per la massiccia presenza di famiglie giunte da Oriente) e solo nel 1641 prese ufficialmente la denominazione di San Paolo di Civitate.
Sono diverse le testimonianze che la storia ha tramandato, legandole a queste vicende: il Palazzo Baronale (popolato sia dai Carafa che dai Gonzaga), la Chiesa di San Paolo Apostolo, quelle di San Nicola (distrutta da un forte terremoto nel 1627) e Santa Maria di Loreto poi ricostruita col nome di Sant'Antonio da Padova.Numerose sono anche le presenze archeologiche. Dell'antica Tiati-Teanum-Apulum-Civitate sono stati raccolti numerosi reperti ospitati nel museo civico. A pochi chilometri sorge la Chiesa di Santa Maria Lauretana, meta di pellegrinaggi e processioni.
Museo Archeologico; Area archeologica di Teanum Apulum; Cattedrale; Cappella della Madonna di Belmonte; Cappella della Madonna del Ponte; Chiesa San Paolo; Palazzo Baronale; Ponte di Civitate; Giardini Pubblici; Fiume Fortore.
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