Il centro abitato odierno prese vita nel 970, in prossimità di una necropoli dell'età del ferro posta su una altura chiamata Tabor ad opera di slavi venuti dalle coste orientali dell'Adriatico. Gli slavi si mescolarono ai residenti raccolti in un unico centro fortificato che fu chiamato Vico. In epoca normanna fu costruito il primo nucleo di un castello poi modificato da Federico II di Svevia.
Nel 1547 il feudo fu parzialmente acquistato da Galeazzo Carracciolo la cui famiglia tenne il possesso fino al 1631 allorquando con l'ultima discendente dei Caracciolo esso passò al principe Traiano Spinelli. Gli Spinelli tennero il feudo fino al 1689.
Il XVIII secolo fu caratterizzato da un notevole risveglio culturale che portò alla fondazione di un cenacolo di intellettuali, l'Accademia degli Eccitati, mentre l'economia vichese conosceva un grande sviluppo grazie alla coltivazione rinnovata degli agrumi. Figure notevoli di intellettuali e studiosi caratterizzarono la seconda metà del XVIII secolo e il XIX secolo: Pietro de Finis, Padre Michelangelo Manicone, Antonio Maselli e Giuseppe Del Viscio. Oggi Vico propone uno sviluppo fondato sul turismo e la cultura.
Il nucleo più antico del centro storico, il rione Civita, è caratterizzato da strade e stradine sempre mutevoli di aspetto accanto alle quali si stagnano la mole del castello e quella della grande cupola della collegiata dell'Assunta. Notevoli per le loro caratteristiche inconfondibili sono anche il quartiere Terra con le sue chiese, le sue piazzette, i vicoli e le Domus Palazziate e il quartiere Casale. La religiosità popolare ha radici storiche profonde e fanno di Vico uno dei paesi più originali ed interessanti del Gargano. Spiccano tra tutte le altre festività, per la loro autenticità e le caratteristiche uniche ed originali la festività di San Valentino patrono della città e protettore degli agrumeti e degli innamorati e quella del Venerdì Santo. Ricorrenze e giornate che i vichesi vivono in maniera intensa e che sono giustamente celebrate e conosciute anche fuori del Gargano divenute da tempo anche oggetto di qualificati ed attenti studi.
Hanno una valenza, inoltre, ed un impatto turistico notevoli. Il territorio è molto variegato, mutevole: si passa dalla media collina dove è situato il centro abitato agli oltre 800 della foresta Umbra ricca di piante diverse come abeti, maestose quercie, faggi, tassi, corbezzoli, etc. Scendendo verso il mare e la costa un territorio ricco di acque sorgive e di indimenticabili panorami, si incontrano fitte pinete e tutte le essenze tipiche del clima mediterraneo (ulivi secolari, carrubi, fichi, aranci, limoni etc.).
Il litorale è caratterizzato da ampie e lunghe spiagge sabbiose intervallate da bianche falesie che procedono da San Menaio verso Calenella ed il Monte Pucci che segna il confine con la vicina Peschici. Percorsi attrezzati, maneggi, complessi turistici si trovano disseminati in tutto il territorio.
Centro storico e cinta muraria; Castello Normanno Svevo; Trappeto medievale "Maratea" e Museo Etnografico; Palazzo Della Bella; Chiesa Matrice "Cappella di San Valentino"; Chiesa di San Giuseppe "Cappella del Venerdì Santo"; Chiesa del Purgatorio "Cappella dell'Accademia degli Eccitati"; Chiesa Romanica di San Marco; Santuario di Santa Maria Pura con affreschi del XIII secolo d.C. e il Parco della "Fontana Vecchia"; il monumentale "Cimitero di San Pietro" sul Monte Tabor, uno dei primi cimiteri extramoenia d'Italia 1792; Convento dei Cappuccinni e l'elce gigante di 300 anni; Necropoli Paleocristiana di Monte Pucci; Necropoli dell'età del ferro del Monte Tabor;Trappeto medievale "Maratea" e Museo Etnografico.
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