La tana dei venti, il rifugio delle acque, la dimora della bellezza. Da quando negli anni Quaranta, prima in provincia di Foggia e poi nel resto d’Italia, l’arcipelago delle isole Trémiti venne scoperto dal grande turismo, si sono sprecati decine di appellativi per suggellare l’incanto e la poesia che queste isole trasmettono. L’arcipelago delle Trémiti si trova tra le coste settentrionali del Gargano e quelle della Dalmazia. Sulle loro origini molti studiosi si sono pronunciati con più o meno successo, ma ancora oggi resta insuperata la tesi di un'appendice rocciosa del Gargano che i venti ed il mare hanno eroso ed isolato.
Le origini Le Trémiti, anticamente dette Insulae Diomedae, infatti si chiamavano così forse a causa delle scosse di terremoto che sovente si registrano in mare. L’arcipelago è formato da cinque isole rocciose e poco abitate: San Domino la più popolosa e la più votata al turismo; San Nicola dove si svolge la piccola attività amministrativa; Capraia completamente disabitata e due piccoli scogli; Cretaccio e la Vecchia, caratterizzate dalle suggestive insenature di difficile accesso. Disabitata, e ancora più distante, sorge poi l’isola di Pianosa.
Le Tremiti sono legate al mito di Diomede, approdato qui esule dalla guerra di Troia. Le diomedee, che trovano qui il solo sito riproduttivo di tutto l'adriatico, sono uccelli appartenenti alla famiglia delle berte e di notte emettono un suono particolare, simile ad un lamento, che la leggenda popolare ha trasportato ai giorni nostri interpretandolo come l’incarnazione dei guerrieri di Diomede che piangono la morte del loro eroe.
Dal punto di vista architettonico e artistico val la pena visitare le isole anche per l’importanza delle sue strutture: l’antica fortezza dell'abbazia benedettina, di origine tardo-medievale, con l’annessa chiesa dal bel soffitto in legno, un mosaico pavimentale romanico, un grande e ricco polittico (del 1450 circa), un crocifisso bizantineggiante dipinto del sec. XIII e una interessante ed espressiva statuetta trecentesca raffigurante una Madonna col Bambino. Grande, e in fase di restauro, il convento attiguo che comprende due bei chiostri dalle forme rinascimentali.
Dal 1989, con l’istituzione del Parco Marino, è stato possibile preservare tutta l’area costiera e le profondità marine. I fondali sono straordinariamente ricchi e popolati da pesci, crostacei, molluschi, corallli e gorgonie che rendono indimenticabile l'esplorazione dei tanti sub che trascorrono le vacanze sull'isola.
La circoscrizione dell'arcipelago nel Parco marino ha difatto proclamato l'inviolabilità di queste isole, che oramai vengono considerate patrimonio naturale ed ambientale dell'intero Paese e di conseguenza preservate con la massima attenzione. Appare ovvio ricordare che l’economia tremitese trae il suo maggior profitto dal turismo e dalla pesca.
A Trémiti, proprio per la pace che le contraddistingue, viveva uno dei più popolari cantautori italiani, Lucio Dalla, che da anni era una sorta di cittadino onoraio tremitese; un valore aggiunto dell’arcipelago che, attraverso la sua popolarità, ha contribuito all'ulteriore valorizzazione delle isole.
Grazie al suo slancio, Comune e Provincia hanno dato vita alla Fondazione "Come è profondo il mare".
D'inverno sulle isole vivono circa trecento persone, al loro servizio una sola scuola elementare. I collegamenti sono garantiti da un servizio di elitrasporto, da una motonave e aliscafi in partenza da Peschici, Rodi Garganico, Manfredonia e Termoli.
Abbazia di San Nicola; Castello; Grotte Marine; Riserva marina delle Isole Tremiti.
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