Sulla parte allungata di un colle, ad oltre 700 metri di altitudine, sorge Celle di San Vito, il più piccolo comune della provincia di Foggia e, forse, di Puglia, noto soprattutto per il suo idioma risalente alla guerra franco-sveva (1200).

Colpiscono a prima vista le grandi vastità boschive. Mentre diverse sorgenti d’acqua (oggi purtroppo meno che in passato) solcano il territorio di Celle di San Vito, giustificando più che una visita “mordi e fuggi” una vera immersione nella natura. Dai suoi punti panoramici, nelle belle giornate, è finanche possibile scorgere il mare adriatico e il golfo di Manfredonia! Il territorio è caratterizzato dall’armonia dell’andamento collinare montano con essenze arboree autoctone di particolare pregio: faggio quercia, frassino, pino, pioppo, salice, ippocastano ecc.. L’insieme dei grandi esemplari arborei diventa l’habitat della più ricca comunità faunistica dei monti della Daunia: il picchio verde, il picchio rosso maggiore, la cincia mora, l’allocco. Inoltre sono presenti esemplari di volpe, scoiattolo, lupo, gatto selvatico, lepre, falco, colombaccio, gufo, tasso, poiana, nibbio bruno, riccio, rana e vipera.

Denominazione
Il nome del paese è alquanto singolare ed è riferito effettivamente a delle “Celle”, abitate anticamente da monaci e ospitate in antico eremo, posto sul vicino monte San Vito. Dalle celle monacali del suddetto eremo e dal piccolo Santuario dedicato a San Vito posto presso il vicino monte San Vito, il paese prese il nome di Celle di San Vito. In data 26.10.1862, il Re d’Italia Vittorio Emanuele II, con Regio Decreto, denominò ufficialmente il comune “Celle di San Vito”.

Origini
Studiosi accreditati ne colloca l’origine alla fine della denominazione della casata del celebre Federico II di Svevia, allorquando il principe di Provenza Carlo I d’Angiò, si impadronì di tutta l’Italia Meridionale, ad eccezione dell’antica colonia romana di Lucera,in cui rimasero asserragliati alcuni soldati saraceni organizzati, deportati dalla Sicilia dall’imperatore Federico. Carlo I d’Angiò, nel 1269 fu costretto a pianificare un lungo assedio alla città di Lucera e quindi potenziò gli insediamenti più vicini. Il Re inviò un manipolo di duecento soldati mercenari francesi per presidiare un antico forte chiamato originariamente Crepacordis (l’odierno San Vito) situato sull’antica Via Traiana, per tenere sotto controllo i movimenti dei saraceni nella Pianura sottostante.

Questi pochi soldati, una volta sconfitto il baluardo saraceno, ottenne dal Re di restare nelle zone limitrofe al castello e la tradizione vuole che alcuni di essi scelsero ed occuparono un’antica costruzione costruita a forma di “cellette”, un eremo abbandonato dai monaci nel 1105. Chiamate a sé le famiglie, posero le prime pietre della colonia francoprovenzale nell’Italia Meridionale e la loro lingua, tramandato oralmente attraverso i vari secoli, ha conservato un sorprendente grado d’integrità. Questo fenomeno ha dato vita ad una “isola linguistica” che in Italia ha pochi uguali.

Molte le motivazioni che possono spingere turisti o visitatori a visitare questa garbata cittadina del nostro Subappennino:

  • il senso di pace quasi irreale;
  • il contatto autentico con la natura;
  • l’affabilità degli abitanti;
  • la curiosità di ascoltare un “patois” che è più una lingua straniera.

Arte e Cultura
Per chi è interessato agli elementi architettonici, o agli edifici religiosi, da vedere nel centro medievale:Museo Etnografico francoprovenzale, la Porta dei Provenzali, la Croce Francoprovenzale e la Chiesa dedicata a Santa Caterina del sec. XIX; mentre, a pochi chilometri dal centro abitato lungo l’originale tracciato Romano dell’antica via Traiana-Egnathia che collega Roma a Monte Sant’Angelo (vicino la Taverna di san Vito crocevia di pellegrini e luogo di sosta e di ristoro per il cambio dei cavalli), si trova la caratteristica Chiesa Rurale di San Vito, in fase di ristrutturazione.

Lunghi di interesse culturale e turistico

Chiesetta di San Vito, Centro storico, Monte San Vito, Monte Cornacchia (monte più alto della Puglia) Bosco Difesa ed Argaria, Valle e fiume del Celone, Sentiero Trassati e Via Francigena.

Informazioni Comune

Telefono 0881.972714
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