Celenza valfortore è un piccolo centro del Sub Appennino dauno Settentrionale. Sorge ai confini col molise su un'amena collina da cui si domina la valle del Fortere oggi occupata dall'invaso artificiale di Occhito le cui sponde sono ricoperte da estesi boschi e densamente abitata da diverse specie animali come aironi, anatre e, tra i mammiferi, il lupo.

Origini
Celenza ValfortoreVanta origini antichissime. La storiografia la vuole fondata da Diomede sul colle della Valva, avamposto strategico tra le vallete della Catola, del tappino e del Fortore, col nome di Celenna. Di essa fa cenno Virgilio nel VII libro dell'Eneide: "Quinque rufras batulumque tenent atque arva Celennae,...".

L'antica Celenna contrastò, alleandosi con i Sanniti, l'espansione di Roma e da essa fu sottomessa e distrutta all'indomani della vittoria che i romani ottennero su Pirro e i suoi alleati nel 275 a.C. a "Maleventum", da allora ribattezata "Beneventum". Per memoria storica si tramanda che per ordine del Console Manlio Curio Dentato, trionfatore a Benevento, Celenna fu rasa al suolo e sulle sue rovine fu fato spargere sale a significare che essa non doveva più risorgere.

La popolazione dispersa si raccolse sull'attuale collina ricostruendo il centro abitato a cui diede il nome di "Celentia ad Valvam". Nel 1571 Celenza assume la denominazione di "Celenza di valle Fortore" e adotta la Dea Cerere a emblema della città, come testimonia un timbro a secco rinvenuto su documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Napoli.

Arte e cultura
Particolarmente interessante è il borgo medievale, conservatosi quasi intatto con due delle quattro porte di entrata al castello: Porta S. Nicolò e Porta Nova. Esso è dominato dalla torre merlata annessa al palazzo baronale fatto costruire dai Gambacorte verso la fine del XV secolo sui ruderi di un antio castello crollato con il terremoto del 1456.

Passeggiando per le vie del borgo si scoprono angoli e spiazzi caratteristici, portali riccamente scolpiti, fontanili, scorci di antichi palazzi delle ricche famiglie locali, poggi e finestrelle "intriganti" ricche di fiori, chiese e antichi monasteri. Lo stesso Palazzo Comunale occupa l'antico Monastero di S. Maria delle Grazie degli eremiti di San Girolamo del XVII secolo.

Luoghi da visitare

Chiesa parrocchiale di Santa Croce; Chiesa di San Francesco; Chiesa di San Nicola; Chiesa di San Michele; Chiesa di Santa Maria Ad Nives; Cappella del Calvario; Chiesa di santa Maria delle Grazie; Lago di Occhito.; Museo Civico.

Informazioni Comune

Telefono 0881.554016
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