A volte più sono minuscoli, ma deliziosamente incastonati nel territorio di appartenenza, più sono gradevoli. Il discorso vale anche per Alberona, che non fa certo mistero di questa qualità essendo uno tra i più piccoli centri della provincia foggiana situato nei Monti della Daunia a 732 m.s.l.m.. Dalla posizione si gode un ottimo panorama che si estende dai Monti della Daunia, circostanti, alla vista della pianura della Capitanata a valle fino al promontorio del Gargano e alle Isole Tremiti dell’Adriatico, in particolare dall’esteso Muraglione (belvedere) di ingresso all’abitato oltrechè dai palazzi del paese.
Tali elementi di carattere ambientale e naturalistico hanno consentito al paese di potersi fregiare dell’ambito riconoscimento della Bandiera Arancione, marchio di qualità ambientale per l’entroterra assegnato dal Touring Club Italiano, nonché di appartenere al Club de I Borghi più Belli d’Italia dell’A.N.C.I..
Non solo, naturalmente. In Alberona si respira, specie d’estate, un’aria salubre e fresca – siamo a quota 732 mslm – che contribuisce ad attirare una moltitudine di villeggianti dalla provincia e oltre, quindi è mèta ideale per turisti e per gli emigranti alberonesi nel periodo estivo durante il quale il paese si ripopola. Alberona è stato riconosciuto dalla Regione Puglia fin dall’anno 1972 “comune a prevalente economia turistica”.
Il territorio di Alberona è circondato da fitti boschi (Tuoro, Mezzana, Cuparello ed altri) attraversati da torrenti e rii (Salsola, Vulgano, ed altri minori) come il piacevolissimo Canale dei Tigli la cui attrattiva è data da impreviste e notevoli cascatelle. Il territorio solcato da numerose sorgenti e fontane presenti anche nell’abitato come la monumentale Fontana Muta all’ingresso del paese, Fontanella e Pisciarelli che attirano i forestieri.
Origini e breve storia Intorno alle origini del primitivo insediamento di Alberona l’assenza di fonti documentarie non consente di riferire la fondazione ad una data o epoca storica ben precisata ma di certo esistente già nel periodo medievale all’epoca dei cavalieri templari e fondata presumibilmente da quest’ordine intorno al XII secolo, se non di origine romana come risulta dai reperti archeologici rinvenuti sul territorio ora conservati ed esposti nell’Antiquarium comunale di Alberona.
Tramandate dalla tradizione sono le leggende che vogliono Alberona fondata, sulla base del nome, chi da famiglie calabresi, superstiti nella contesa tra Bizantini e Longobardi, chi dai vincitori della contesa tra Montecorvino e Tertiveri, nuclei viciniori, che trovarono ricetto nella cavità di un grande albero; chi da Alberada moglie del normanno Roberto il Guiscardo; chi da Alberada, signora di Lucera, madre del feudatario Helyas de Gisualdo che nell’anno 1152 conferma una donazione al Monastero di San Giacomo di Lucera. Altri ancora ritengono fondata Alberona da una colonia di Marsigliesi chiamata in loco da Carlo I d’Angiò nel 1274.
Alberona ha origini medievali certe risalenti all’epoca dei Cavalieri Templari e da questi presumibilmente fondata intorno all’anno 1100. Infatti il documento più antico che attesta Alberona per la prima volta è contenuto nello Scadenziario di Federico II di Svevia, compilato per suo ordine verso l’anno 1249, nel quale risultano contribuenti della curia imperiale cinquanta alberonesi che dalle dichiarazioni dei giurati, di cui un magister Milus, risulta che la terra di Alberona era già ben distribuita e abbondantemente produttiva sia a livello agricolo che commerciale, esistendo una bucceria, un cambio, una platea, oltre a forni, mulini (es.Mulino dei Preti in c.da Via delle Vigne) vigne e campi coltivati, e che “tutta la terra di alberona con uomini e beni“ un tempo appartenne alla Casa del Tempio”, per cui alla data del 1249 Alberona risulta già un insediamento ben organizzato e quindi di precedente costituzione al periodo svevo, ma non è precisato da quale anno i Templari si siano insediati in Alberona o da chi sia stata loro concessa.
Sicuramente Alberona al tempo ha costituito una domus templare (precettoria) importante, della quale hanno fatto parte sia il Casale di S. Maria della Serritella,ora in territorio di Volturino, sia la Chiesa di S. Maria in Bulgano o Vulgano, ora in territorio di Biccari, appartenente alla Casa Templare del Priorato di Barletta fino all’anno 1307, poi passò agli Ospedalieri di san Giovanni in seguito denominati Cavalieri di Malta, che mantennero il feudo di Alberona per cinque secoli fino all’anno 1809, data di soppressione della feudalità dell’epoca napoleonica. I Gran Priori che esercitavano le ordinarie funzioni vescovili tramite vicari curati autonomi (nullius) della parrocchia nominati dal Gran Priore di Barletta al tempo, vera dignità ecclesiastica, essendo gli ordini monastico-cavallereschi dipendenti direttamente dalla Santa Sede e pertanto esentata dalla giurisdizione vescovile per essere feudo terrae nullius, ossia di nessuna diocesi.
Attualmente fa parte della Diocesi di Lucera-Troia. Oltre alla documentazione storica rinvenuta dagli studiosi nei diversi archivi la presenza templare e gerosolimitana è attestata oggi sia in alcuni monumenti (Torre del Gran Priore; sulla facciata della Chiesa Madre sono murate lastre in pietra con inciso lo stemma dei cavalieri di malta del Priore Moles o Mazzinghi alla data del 1650 ca) che dalla denominazione dei quartieri risalenti ai santi venerati dall’ordine e dai culti e tradizioni medievali (Quartiere di San Martino; Statua di santa Caterina d’Egitto; la Chiesa Madre intitolata alla Natività di Maria Vergine; Patrono di Alberona è San Giovanni Battista e copatrono San Giacomo Apostolo Maggiore; la Fiera di San Giacomo del 25 luglio; la venerazione di San Rocco a cui è intitolata la Chiesa posta a monte del paese).
Nell’anno 1429, sotto il regno di Giovanna II, Alberona fu fortificata e cinta di mura. Nell’anno 1488, in età aragonese, Alberona si dotò degli importanti CAPITOLI (o statuto), per la regolamentazione dei rapporti tra i cittadini e il feudatario, concessi al tempo dal Gran Priore di Barletta, milite gerosolimitano, don Fabrizio Pignatelli di Napoli, che confermò anche una serie di diritti esercitati dal popolo ad antiquo, cioè di natura consuetudinaria consolidata, fissando per iscritto vari ed importanti punti d’ordine sia in campo amministrativo che giurisdizionale e commerciale.
Interessante segnalare anche la presenza di ebrei in Alberona (certo Sabbatino) come risulta da un documento dell’8 giugno 1535, nonché di spagnoli (certo Cristoforo Frias proprietario della cd. Taverna dello Spagnolo in contrada Cassitto di Alberona nei pressi del Tratturo regio Lucera – Castel di Sangro) come risulta dalla verifica dei tratturi fatta dal doganiere regio Fabrizio di Sangro nel 1574.
Va ricordato che nel XVI secolo la nobile famiglia mantovana dei Gonzaga tennero i priorati di Barletta, della quale il Gran Priore don Ferrante Gonzaga nel 1559 confermò i Capitoli di Alberona stabilendo che la Fiera di san Giacomo durasse addirittura quindici giorni e da tenersi fuori delle mura del paese. I successivi priori pure confermarono i capitoli.
A seguito dell’epidemia della peste del 1656, che decimò la popolazione di Alberona, fu realizzata la Chiesa di san Giuseppe, nel centro storico, da don Pietro de Nigris, alberonese, vicario generale della Terra di Alberona, morto di peste, che della propria eredità lasciò alla cappella di san Giuseppe istituendo a favore dei poveri il Monte pecuniario e frumentario nonché l’Opera maritaggi a favore di ragazze povere e orfane.
Nel 1719 i Cavalieri di Malta ampliarono la Chiesa madre, realizzata nel periodo templare, poi ricostruita agli inizi del 1800. Anche Alberona è stata oggetto del fenomeno del “brigantaggio” a metà 1800 e della massiccia emigrazione all’estero di famiglie alberonesi verso gli stati dell’America Latina a fine 1800 (Brasile e Argentina e successivamente Venezuela) e verso gli Stati Uniti a inizio 1900 e seconda metà del 1900 in particolare nella città di Orange (New Jersey) e dalla quale si sono spostati in altri Stati (Pennsylvania; Ohio; Missouri; Virginia; California; Maryland, Arizona), oltrechè in Canada e Australia e paesi europei.
Arte e cultura Da visitare sono: - la Chiesa Madre, intitolata alla Natività di Maria Vergine, nella quale è stato ricollocato l’altare con le spoglie di San Vitale Martire, prima appartenuto alla importante famiglia Cassitto il cui palazzo è situato nella parte alta del paese, con la vicina medievale Torre del Gran Priore; - la Chiesa di San Rocco, nella quale è presente la statua di Santa Brigida di Svezia, unica in ambito provinciale, in cartapesta leccese restaurata di recente a cura del proprio Ordine - Luogotenenza di Lucera; - la Chiesa di san Giuseppe, situata nel centro storico, nelle cui vicinanze è sita la statua di Santa Caterina d’Egitto (Alessandria) e l’Arco Calabrese di origine medievale con soffitto in legno, forse l’unico in ambito provinciale.
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